La gravidanza è un momento magico per ogni donna; sentire il corpo che cambia induce emozioni contrastanti. La gioia di vedere il proprio pancione crescere, avvertire i primi calcetti, ad esempio, sono sensazioni uniche ed irripetibili, ma il lungo periodo di gestazione porta con sè anche ansie, timori ed incertezze.
Le modificazioni a livello fisico sono violente; il corpo femminile si adatta per accogliere una nuova vita e ne subisce pesanti ripercussioni a livello fisico e psicologico.
Non è raro, in gravidanza, avvertire doloretti di varia natura. Il feto, d’altronde, si fa spazio e spinge per trovare una giusta allocazione favorendo in tal modo l’insorgere di piccoli problemi alla mamma.
Una delle ansie che assale maggiormente le mamme durante la gestazione riguarda proprio questo argomento. Con l’insorgere di piccole fitte e dolori al basso ventre, il primo pensiero che assale una mamma è chiedersi se sia tutto a posto e man mano che ci sia avvicina al termine è chiedersi se sarà in grado di riconoscere le contrazioni che faranno da apripista al momento del parto vero e proprio.
Cosa sono le contrazioni?
Da un punto di vista medico le contrazioni possono essere definite come un movimento muscolare involontario. A livello sintomatologico, invece, si presentano come spasmi addominali di varia intensità.
In via generale è possibile affermare che le contrazioni uterine sono un fenomeno abbastanza comune soprattutto nell’ultimo trimestre di gravidanza e, secondo talune opinioni, potrebbero essere un passaggio determinante nella preparazione al parto vero e proprio.
Contrazioni preparatorie
Le contrazioni preparatorie si manifestano generalmente in modo spontaneo, ma soprattutto nella fase terminale della gestazione possono essere conseguenza di movimenti fetali, scarso riposo, attività sessuale intensa o traumi accidentali.
La causa principale che induce le contrazioni nel corpo femminile è il rilascio di ossitocina, un ormone che aiuta il rafforzamento dei muscoli della parete uterina ed induce un flusso sanguigno regolare verso la placenta.
Le contrazioni preparatorie non hanno alcun effetto sulla dilatazione della cervice uterina e non vanno confuse con le doglie vere e proprie che sono tipiche del momento del travaglio.
Come scoprire allora se si tratta di contrazioni preparatorie o se è arrivato il momento di correre in ospedale?
Come distinguere le contrazioni
La giovane mamma impara in fretta a distinguere le contrazioni ascoltando il proprio corpo. Tali spasmi, infatti, appaiono molto simili ai crampi mestruali ed hanno durata variabile tra i 30 ed i 60 secondi. Non si tratta, in genere, di spasmi dolorosi e si presentano in modo irregolare. Non è infrequente, infatti, che le contrazioni si manifestino ad intervalli diversi e possano cessare all’improvviso così come sono comparsi.
In via generale le contrazioni preparatorie si manifestano come una sensazione di disagio accompagnato da un indurimento dell’addome e, benché possano presentarsi in successione, non sono caratterizzate da un incremento della sintomatologia dolorosa.
Le contrazioni preparatorie, inoltre, possono essere lenite con un po’ di movimento oppure un bagno caldo.
Se invece le contrazioni si ripresentano in sequenza sempre più ravvicinata in un crescendo di dolore, probabilmente, è arrivato il momento fatidico. Durante il travaglio gli spasmi si fanno quasi insopportabili ed il dolore si irradia dall’addome alla zona lombare abbracciando i fianchi le cosce ed il pube.
Non vi sono vie di uscita; anche cambiando posizione il dolore non accenna a diminuire. Tali spasmi dolorosi hanno la funzione di dilatare la cervice per aiutare l’espulsione del nascituro e si verificano nell’imminenza del parto.