Nel corso della gravidanza, la donna è particolarmente attenta ai nuovi segnali provenienti dal proprio corpo perché è preoccupata per la sua salute e, soprattutto, per quella del feto che porta in grembo.
Uno di questi segnali, forse il più frequente, è quello delle secrezioni vaginali che possono essere di vario genere. Tra queste, le più fastidiose e preoccupanti sono sicuramente le perdite di cattivo odore che in gravidanza non sono rare.
Come distinguere le perdite maleodoranti in gravidanza
Esistono tre principali tipologie di perdite vaginali che si riscontrano durante la gravidanza, si distinguono per presenza o meno di odore sgradevole, colore e consistenza.
Un criterio che, invece, non aiuta a determinare di quale fastidio si tratti è la quantità di fluido che, in realtà, può variare anche di volta in volta nella stessa gravida.
Se si avverte un forte odore collegato alle perdite, si può escludere di essere in presenza di Candida che prevede, infatti, secrezioni pressoché inodori, di color bianco, dalla consistenza simile a quella della ricotta.
La Candida, di solito, è accompagnata anche da bruciori e dolori sia durante la minzione sia nei rapporti sessuali.
Qualora si dovesse avvertire il classico odore di pesce andato a male e le secrezioni dovessero tendere al grigio e avere una consistenza fluida e appiccicosa, molto probabilmente si tratta di una vaginosi batterica.
L’odore in questo caso non scompare nemmeno dopo un’accurata igiene intima e può crescere d’intensità dopo il rapporto sessuale non protetto e dopo aver lasciato trascorrere alcune ore dal momento in cui è ci si è lavate.
L’infezione batterica raramente provoca particolari fastidi o dolori, ecco perché l’odore costituisce un elemento fondamentale per distinguere queste perdite da quelle di altra natura.
Un metodo più accurato per determinare se si ha a che fare con una vaginosi batterica o meno è quello della misurazione del pH vaginale che si può effettuare anche a casa acquistando il test in farmacia.
Se il valore sale oltre il 4,5 è probabile la presenza di un’infezione batterica, mentre in caso contrario le cause delle perdite dal cattivo odore sono altre.
Le perdite di cattivo odore in gravidanza possono essere legate a un’infezione dal protozoo trichomonas vaginalis (tricomoniasi) che colpisce anche l’uomo.
La consistenza di queste secrezioni è schiumosa, il colore giallo o verdognolo e l’odore è forte, ma a differenza dei casi di vaginosi si avvicina più a quello della muffa.
Oltre all’odore e al colore diverso, la tricomoniasi si differenzia dalla vaginosi batterica anche perché il più delle volte è accompagnata da forti pruriti e bruciori.
Nei casi di tricomoniasi, ancor più che in presenza di altre perdite, è consigliabile rivolgersi al ginecologo perché potrebbe causare una serie di conseguenze negative sullo stato della gravidanza come il parto prematuro e una riduzione del peso del neonato al momento della nascita.
Come combattere le perdite di cattivo odore in gravidanza
In caso di comparsa di perdite maleodoranti durante la gravidanza bisogna rivolgersi al ginecologo che, appurata la presenza di un’infezione batterica, prescriverà degli antibiotici da assumere per via orale o vaginale.
Grazie a questo trattamento, le secrezioni di cattivo odore scompariranno entro una settimana, tempo ragionevole, ma sempre abbastanza lungo: per 6-7 giorni si convive con l’odore in presenza del partner e delle altre persone.
In aggiunta agli antibiotici, fondamentali per debellare l’infezione, si può applicare un gel vaginale di glicogeno e acido lattico che, abbassando il livello di pH vaginale, riesce ad attenuare in breve tempo l’odore sgradevole.