Hai desiderato questo momento da sempre e adesso, finalmente, puoi stringere il tuo fagiolino tra le braccia, sorridere insieme a tuo marito e dire: “Siamo finalmente in tre!”. Un misto di commozione, entusiasmo, paura e dubbi si insinuano nella vostra mente: adesso che la vostra famiglia si è ufficialmente allargata, è il momento di lasciare spazio alla gioia ed alla condivisione di emozioni uniche, che solo la nascita di un bimbo può regalare. D’altro canto, però, adesso iniziano anche a farsi strada i primi dubbi, i primi pensieri e le perplessità su come gestire una nuova vita insieme: una vita in cui sarà comunque necessario trovare un nuovo equilibrio ed applicarlo alle vostre giornate.
Come organizzare la nuova vita in tre?
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Se un tempo molte donne erano solite partorire in casa, al giorno d’oggi la nascita di un bambino avviene presso ospedali, cliniche e strutture specializzate, in grado di fornire tutto il supporto necessario non solo per la mamma durante il travaglio, ma anche ai neo genitori subito dopo il parto.
La nascita di un bimbo in ospedale avviene quindi in un contesto che dovrebbe servire anche per dare modo ai neo genitori di abituarsi all’idea di essere in tre (e non più in due) in un contesto neutrale, e quindi ovattato, in grado di rispondere alle necessità di mamma e papà e quindi di fornire un valido supporto per la gestione delle prime ansie, e dei primi giorni con il bebè. Per questi motivi, la presenza di personale qualificato è fondamentale, ed è un bene potersi avvalere di consigli, suggerimenti, e di aiuto pere tutto ciò che riguarda la nascita nello specifico, ma anche per il post parto.
Inoltre, l’ospedale adotta molto spesso delle regole rigide e severe che riguardano, ad esempio, la necessità di far riposare la mamma (che comunque ha dovuto affrontare un momento difficile dal punto di vista fisico) e chiaramente contribuire a restituirle l’energia di cui ha bisogno: è anche per questo motivo che le visite di amici e parenti sono molto limitate e soggette a controlli restrittivi di orari e di numero di persone in stanza, così da sollevare la mamma da una presenza eccessiva di persone che potrebbero non permetterle di avere il giusto momento di riposo. Inoltre, questo contribuisce anche a permettere a mamma e papà di costruire la loro intimità con il bebè e quindi un nuovo equilibrio familiare: va da sé che, in un buon ospedale, ci si può sentire a proprio agio e si può approfittare della presenza del personale per riposarsi e per riprendere un po’ di energie, dedicandosi solo alla parte “bella” dell’avere appena partorito, quella di poter stringere tra le braccia il proprio piccolino.
Quando si passa da un contesto ovattato come l’ospedale e si arriva a casa con il neonato, c’è il rischio che l’idillio finisca: pile di panni da lavare, pasti da preparare, casa da riordinare e pulire, e poi, cosa fondamentale, la gestione delle necessità del bebè che non può assolutamente aspettare, rischiano di rendere traumatico il rientro a casa, ed essere in tre rischia di comportare, in questo dato momento, più tensioni e stress che emozioni e gioia.
Non dovrebbe essere così: la mamma ha bisogno di calma e riposo, il bebè ha necessità di vivere in un ambiente sereno che lo allontani dal trauma dell’espulsione (e tutto ciò che comporta), ed il papà ha bisogno di vivere in intimità con la moglie ed il bimbo, perché questo equilibrio non si interrompa.
Pertanto, è bene essere organizzati ed aver preparato per tempo tutto il necessario affinché le necessità esterne alla famiglia (pulizie, preparazione dei pasti, comunque importanti) non rischino di far perdere di vista ciò che è davvero importante in questo momento, e cioè la costruzione di un nuovo, importante, ma anche molto delicato, equilibrio.
Cosa si può fare per non farsi trovare impreparati? Se la coppia è abituata ad una gestione familiare equilibrata (con una giusta suddivisione dei compiti), l’organizzazione per il rientro sarà molto più facile: il consiglio è quello di parlarne insieme, e di preparare l’occorrente per i primi giorni successivi al rientro dall’ospedale, con un certo anticipo. Qualche esempio? Preparare dei pasti che verranno scongelati al momento opportuno, pulire e ordinare la casa, preparare la stanzetta del neonato con tutto l’occorrente, avere la casa ordinata al momento del rientro, sono tutte situazioni che possono contribuire a gestire facilmente lo stress post parto. Anche perché, come è noto, molto spesso una delle cause principali dello stress e della depressione post parto è dovuto anche all’incrementare di situazioni che rischiano di essere pericolose in tal senso: bisogna sempre ricordare che, anche se con gioia, la mamma ha affrontato momenti molto delicati, ed è bene che la sua psiche venga trattata in maniera altrettanto delicata.
Anche farsi aiutare da genitori e suoceri può essere un valido supporto per quando si rientra a casa. Avere una mamma (o una suocera, o entrambe) che possa preparare un pasto caldo ed essere di aiuto per la gestione delle faccende domestiche, è sicuramente un valido aiuto per la nuova famiglia che si è venuta a creare: in questo caso, è importante sottolineare quale tipo di aiuto è desiderabile e quale non lo è.
Un aiuto corretto è quello che permette alla mamma ed al papà di dedicare tutte le loro energie al neonato: una nonna che si sostituisce alla mamma ed al papà (per esempio, nell’allattamento con il biberon, nel cambio del pannolino, o comunque nel tempo trascorso con il neonato) non sta aiutando la neo famiglia nel modo giusto, perché il modo giusto non prevede un’invasione di campo che non sarebbe comunque auspicabile. Al contrario, aiutare i neo genitori nella pulizia della casa e nella gestione di piccole incombenze, può essere molto importante e di grande impatto dal punto di vista fisico (il recupero delle energie) ed emotivo (la possibilità di costruire un rapporto intenso con il neonato).