Sintomi di gravidanza: quali sono i più comuni? Ma soprattutto, come faccio a capire se sono incinta prima ancora di effettuare un test e quindi del presunto ritardo del ciclo?
Queste sono domande molto comuni e diffuse, che accomunano sia le donne che potrebbero andare incontro ad una gravidanza indesiderata, sia coloro che, al contrario, non vedono l’ora di stringere tra le mani un test positivo. Ci rivolgiamo proprio a queste ultime, donne piene di speranza che si aggrappano ad ogni possibile “sintomo” pur di sperare, appunto, in un test positivo precoce: è da questa speranza (che purtroppo talvolta ha più il sapore di un’illusione) che possono nascere i cosiddetti “fantasintomi”, e cioè sintomi “falsi”, appunto, che molte donne sostengono di avere ma che in realtà sono solo immaginati e trasportati dal desiderio infinito di rimanere incinta.
Per questo motivo, vogliamo trattare nella maniera più precisa possibile il tema, spiegando quali potrebbero essere i reali sintomi, veri e propri campanelli che segnalano alla donna la presenza di un cambiamento all’interno del suo corpo: il miracolo della gravidanza.
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Prima di parlare dei possibili segnali di una dolce attesa in atto (e quindi di una bellissima trasformazione all’interno del proprio ventre), occorre fare una precisazione: non tutte le gravidanze si presentano nello stesso modo (e quindi con gli stessi sintomi, le medesime sensazioni e gli stessi segnali), e questa varietà di sintomi può anche cambiare non solo da donna a donna, ma anche da gravidanza a gravidanza per la stessa donna.
Questo significa che non si può fornire una risposta universale e valida per tutte alla domanda “quando compaiono i primi sintomi di gravidanza?”, perché di fatto, se per una donna i sintomi possono presentarsi sin da subito (molte gestanti, ad esempio, segnalano di aver capito del cambiamento in atto sin dal momento del concepimento), per un’altra possono trascorrere settimane, addirittura mesi, prima di percepire qualche sintomo. Vi sono addirittura donne che non sanno di essere in dolce attesa fino al momento del parto: casi estremamente rari, ovviamente, che tuttavia qualche volta accadono.
È bene ricordare, inoltre, che anche se non percepiamo di essere in dolce attesa nei primi giorni successivi al concepimento, è da quell’esatto momento che in effetti il nostro corpo inizia a mettersi in movimento per accogliere una nuova vita. Pertanto, è possibile che alcune donne percepiscano qualche cambiamento sin dall’atto che ha portato al concepimento, anche se i primi sintomi realmente registrati si iniziano a sentire dopo qualche settimana.
C’è da dire anche un’altra cosa: spesso i sintomi del ciclo in arrivo vengono confusi con quelli di una presunta gravidanza, anche perché sindrome premestruale e sintomi di gravidanza sono molto simili ed è difficile, anche conoscendo bene il nostro corpo, capire di essere incinta prima che si verifichi l’eventuale ritardo che poi conferma la gravidanza in atto. Dolori addominali, crampi, nausea, sonnolenza, irritabilità, gonfiore e tensione del seno (che diventa dolente al tatto), sono tutti segnali sia dell’arrivo del ciclo, sia della possibile gravidanza.
Occorre infine precisare che solo l’amenorrea (l’assenza del flusso mestruale) è un segnale importante che potrebbe darci la reale speranza di essere in dolce attesa: in genere, infatti, anche per evitare di alimentare illusioni e false speranze, si aspetta qualche giorno di ritardo prima di effettuare il test, per quanto esistano in commercio diversi test di gravidanza precoci e in grado di percepire la presenza dell’ormone beta HCG prima ancora del ritardo (circa tre giorni prima).
In realtà, una donna che impara a conoscere bene il suo corpo e che presta attenzione ad ogni possibile cambiamento, potrebbe essere avvantaggiata nel riconoscere la differenza tra la sindrome premestruale e i sintomi di una possibile gravidanza.
In genere, questo è ancora più facile da capire per una donna che ha un ciclo regolare e che quindi impara anche a riconoscere i sintomi dell’ovulazione: dal momento in cui questa si verifica, infatti, trascorrono 14 giorni fino all’arrivo del flusso mestruale. Se esso non si presenta e si è certe dell’ovulazione avvenuta, è possibile e consigliato effettuare un test.
In ogni caso, i sintomi della sindrome premestruale sono: mal di testa, dolore al seno e gonfiore, dolori addominali ed articolari, sonnolenza, irritabilità e nervosismo, stitichezza, un po’ di malinconia e tristezza immotivate. Sono sintomi del tutto normali, perché dovuti gli enormi cambiamenti che ogni mese il corpo deve affrontare quando sta per ripresentarsi il flusso mestruale, e quindi anche dettati dallo squilibrio ormonale che si verifica.
Anche i sintomi di gravidanza si presentano sia nelle stesse modalità (quindi anche in questo caso mal di testa, vari dolori articolari ed al seno, che diventa anche gonfio e teso, irritabilità, possibile nausea, sonnolenza, malinconia, ansia e depressione), sia nello stesso lasso temporale: anche in questo caso, infatti, il corpo si prepara e viene quindi investito da un vero e proprio squilibrio ormonale, dovuto però alla necessità di accogliere una nuova vita.
Gli uni dagli altri possono però essere distinti: infatti, è più comune che i sintomi della gravidanza non si presentino tutti insieme (come appunto avviene per il flusso mestruale) ma poco a poco, e che si acuiscano con l’avanzare della gestazione. In genere, le primissime avvisaglie di una gravidanza sono la stanchezza, la tensione al seno, la necessità più frequente di fare pipì, i dolori addominali ed anche la sensazione di nausea di fronte a certi odori: come già è stato chiarito, però, solo l’amenorrea è considerata come primo vero e proprio sintomo della possibile gravidanza in arrivo.
Inoltre, alcune donne possono avere delle perdite ematiche intorno tra il settimo e il decimo giorno dall’ovulazione): queste potrebbero essere un ottimo segnale precoce, perché possono indicare che in quel dato momento si sta verificando l’impianto dell’embrione nelle pareti dell’utero. Tuttavia, le perdite da impianto non possono essere considerate un segnale sicuro, in quanto non si verificano per tutte le gravidanze. Conoscendo tutti i possibili sintomi, e le differenze con la sindrome premestruale, è del tutto possibile avere qualche speranza in più di riconoscere la cicogna: fermo restando che, in ogni caso, la calma è la virtù dei forti ed aspettare con serenità fino al possibile ritardo è la scelta migliore per evitare stress inutili ed anche l’acuirsi dei sopracitati fantasintomi.